Quasi sempre felici e contenti di Gianmarco Mascagna


Titolo: Quasi sempre felici e contenti
Autore: Gianmarco Mascagna
Genere: Narrativa rosa
Anno: 2017
Pagine: 210
Prezzo: 12,48€






RECENSIONE
Buongiorno cari lettori,
oggi vi voglio parlare di "Quasi sempre felici e contenti" di Gianmarco Mascagna.
La protagonista della storia è Sofia: una quarantacinquenne nella vita commessa e mamma di una ragazza adolescente. Ama suo marito come fossero ancora i primi tempi, ma il suo mondo crolla da un giorno all'altro: lui la lascia per una donna più giovane di lei. Per amore della figlia e di se stessa però, deve ripartire da zero e farsi una proprio vita. Tra strani incontri e tante disavventure divertenti Sofia piano piano riesce a prendere possesso della sua vita.

Un romanzo al femminile simpatico e divertente che ci dimostra che non bisogna mai mollare. Vorrei porgere i miei complimenti all'autore per essersi immedesimato perfettamente in una donna quarantenne. Uno stile semplice e scorrevole con tanti episodi divertenti che ricordano molto "Il diario di Bridget Stones". Lo consiglio a chi ha voglia di leggere un libro leggero e simpatico. Ringrazio tanto l'autore per avermi inviato una copia.

TRAMA
"Le più grandi storie d'amore hanno come protagoniste delle principesse che, dopo essere state avvelenate, addormentate o rinchiuse nelle torri più alte del castello, trovano il loro principe vivendo per sempre felici e contente. Va bene, basta raccontarci le favole. Cosa succede nella vita reale?" Questa è la storia di Sofia, una regina che ha perso l'intero regno da quando il suo re brizzolato se n'e andato di casa. Sofia è una commessa di quarantacinque anni con una figlia adolescente, Giulia, catapultata dal lieto fine alla vita reale, dove deve combattere per non trasformarsi da principessa a strega. Questa è la storia di Sofia, una donna normale che riparte da se stessa e cerca di afferrare di nuovo la felicità, oscurata dal divorzio. Tra buffi incontri, ricadute e gaffe, Sofia impara a fare i conti con la separazione, demolendo, episodio dopo episodio, gli stereotipi che vengono inculcati a ogni donna fin da bambina. Un romanzo sull'amore che si nutre di consapevolezza.

AUTORE
"Da bambino odiavo il mio nome. Sembrava che solo io mi chiamassi Gianmarco. Tutti sbagliavano a scriverlo, persino le maestre. Era un nome che mi faceva sentire diverso. Per di più sono mancino. Scrivo con la mano sinistra: “La mano del diavolo” c’è chi ancora la definisce. Essere mancino per me significava macchiarmi d’inchiostro il dorso della mano e sbaffare le lettere appena scritte. Nessuno era mancino a parte me. Altro motivo per sentirmi diverso. Con il tempo ho imparato che la diversità può essere sinonimo di unicità ed essere unici non è poi così male. Essere diversi non è così male anzi… è un bene. Vivo e lavoro a Roma come commesso in un negozio di abbigliamento, ma la mia passione più grande è la scrittura creativa."

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