Intervista a Fabio Bollato
INTERVISTA A FABIO BOLLATO AUTORE DI "UN CUORE A NUMERO CHIUSO"
"Questo libro è la testimonianza di un duro e devastante cammino di dolore e speranza: un incubo che inizia con una semplice corsa e si concluderà forse, con un difficile trapianto di cuore. Ma, al di là della partecipata descrizione di una profonda esperienza personale, "un cuore a numero chiuso" è soprattutto una riflessione sul senso dello stare al mondo e del lasciarlo, un’opera che sa trarre da un fatto privato verità universali, narrate con uno stile impeccabile."
Raccontaci qualcosa su di te.
Mi chiamo Fabio Giuseppe, e mi piace farmi chiamare proprio Fabio Giuseppe. Lavoro come ingegnere informatico presso il Cnr.
Sono pugliese di nascita ma vivo al lago, al lago di un piccolo paesino chiamato Novate Mezzola nella provincia di Sondrio. Non ci vivo per lavoro ma per una scelta di vita.
Perchè proprio al lago? Perchè Snoopy sulla mia t-shirt diceva che il segreto della felicità era possedere una decappottabile e un lago. E ho seguito il suo consiglio.
Non amo molto parlare di me, quindi raccontarmi non mi viene semplice. Sono un uomo normale, con una vita quasi normale ed una famiglia completamente anormale. Tredici nipoti, tanti fratelli e la presenza costante di un Dio a cui ogni tanto dubito di voler ancora affidare la mia vita.
Sono soprannominato dagli amici 4P, come il modello della mia chitarra, Alhambra 4P. Una "P" per ogni difetto. Permaloso,Polemico, Pragmatico e Paranoico.
Difetti non rassicuranti per chi mi sta vicino.
Ma sono anche uno che ha racchiuso in 37 anni di vita momenti di insoddisfazioni, momenti di delusione, di fallimenti e di successiva rinascita anche. Ho racchiuso momenti di gioia, di sfrenata allegria e di quella voglia di seguire il mio cuore e lasciarmi andare sempre e comunque alle mie emozioni, ai miei sogni, alla vita che è quanto più di bello possediamo e che è doveroso renderla un capolavoro. Ho racchiuso momenti di consapevolezza che con le mie forze e le mie capacità posso arrivare ovunque, anche a rimanere aggrappato alla vita.
Perchè per me la mia vita è ogni giorno sempre tutta da reinventare.
Com'è nata l’idea del tuo romanzo?
Quanto tempo hai impiegato per scriverlo?
Solitamente, quando sono in viaggio, in giro o fermo in qualche posto ho sempre la mia moleskine con me per appuntare frasi, pensieri o anche solo disegni. Il mio libro è nato dalla raccolta di tutto questo ed è stato scritto durante la convalescenza, dove sdraiato su di un letto con un cuscino stracolmo di ghiaccio sulla mia dolorante ferita, ho cercato di unire/assemblare tutte le mie paure racchiuse in quei stupidi appunti.
Descrivi l’emozione che hai provato quando hai scritto l’ultima parola.
L’ultimo capitolo del libro l’ho intitolato “il mio brodino”. Quando voglio testare il frutto del mio lavoro immagino che debba dare lo stesso apporto di un brodino ad uno sciagurato che si è preso l’influenza. Mentre scrivevo la mia vita era un vero disastro. Ma quando sono arrivato al finale, alla fine del mio brodo ho sentito di avere pace. La pace di risentirmi vivo.
Cosa ci vuoi trasmettere con il tuo racconto?
Trasmette al suo lettore delle sensazioni a volte poco logiche e razionali, difficili da spiegare a chi non le conosce, ma estremamente concrete e condivise tra chi vive forse lo stesso “dolore”. Inutile continuare a ripetere quanto sia bello leggere,io sono un lettore accanito. Ultimamente, sto leggendo Tolkien.
Cos’è un impianto VAD?
Il vad è un dispositivo di supporto cardiaco per persone che hanno difficoltà a far funzionare il loro cuoricino. Il mio vad è diventato il mio migliore amico, è il mio centro operativo, è il mio nucleo ed è sopratutto il mio cuore. Un cuore meccanico che è un cuore visibile all'esterno ma che batte più forte.
Quale consiglio daresti a una persona che vive la tua stessa situazione?
Non mi sento di dare consigli. Non so se con il vad riuscirò a costruire il sogno di una mia famiglia, ad avere un piccolo Bollato che gattona in una casa piena di giochi e se mai avrò una moglie con cui poter stare in silenzio abbracciato su di un divano a sentire il mio bip cardiaco. So solo che per ora voglio ricominciare. Ricominciare a vivere è l’unico consiglio che riuscirei a dare in questo momento.
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